Educazione alla sessualità
Il concetto di amore nel bambino
III parte
Ma a 12 anni l'amore non è più limitato ad un "concetto", può già costituire un sentimento che si sente il bisogno di esternare, ed anche coi medesimi termini che userebbe un adulto.
Ecco la "dichiarazione" di Sandra, la cui copia mi è stata cortesemente fornita dai genitori di Michele i quali, incuriositi dalla strana busta color rosa che era indirizzata al figlio (in quel momento a scuola) dopo averla letta, in stato di allarme si erano rivolti a me per essere consigliati sul da farsi per il bene del loro "bambino".
Naturalmente furono invitati sì a vigilare in modo accorto, ma a consegnare anche la missiva al legittimo destinatario, ritenendosi fortunati che la sorte gli permettesse di "cuocersi" lentamente al dolce fuoco dell'amore, per renderlo così probabilmente immune da quelle deleterie fiammate di "passione" che da adulti avvolgono sovente colui che è rimasto immune ancora da qualsivoglia esperienza amorosa.
Caro Michele
è passato molto tempo da quando ci siamo lasciati alle elementari e forse non ti ricordi più della tua Sandra. Ma io ti ho sempre pensato e ho deciso una volta per tutte di dirti che ti amo. Non potevo fare a meno di scriverti questa lettera perché dovevo assolutamente confessare il mio amore per te, caro Michele. Ti chiedo di vederci, magari mi vieni a prendere a casa mia (via..., n...) per parlarci meglio.
Baci Sandra ciao!
Sempre a 12 anni si possono persino provare le stesse "pene
d'amore" che sono state cantate dai nostri sommi poeti.
Questo foglio è stato da me rinvenuto appallottolato e fradicio di pioggia, ma
fortunatamente ancora leggibile, dietro la siepe del giardino della mia casa di
campagna. La siepe delimita una strada dove è posta una panchina, il luogo di
ritrovo di un gruppo misto di ragazzi, tutti scolari di una prima media del
paese.
Molto probabilmente la bella sdegnosa, dopo averlo letto, si sarà sbarazzata del
foglio per non rischiare di "compromettersi" agli occhi dei compagni o a quelli
ben più inquisitori dei famigliari. Quale luogo più sicuro, dunque, di un
giardino abbandonato?
Cara Lory
scusami se ti scrivo, ne ho bisogno. Ti scrivo per
l'ultima volta, sopportami. Ho sognato, sì ho sognato ad occhi aperti. Non
che mi fossi illuso che tu mi venissi dietro. Mi ero solamente illuso di
poter instaurare con te un rapporto saldo, sincero.
Forse hai ragione. Dobbiamo rompere quel rapporto che per molto tempo mi ha
dato la serenità.
Non vorrei, ma tu lo vuoi, per lui, ed io mi sento solo. Vorrei chiudermi in
me, appallottolarmi, per piangere. Nessuno mi capirà mai; forse tu sola mi
hai capito: sono come un vaso, fragilissimo.
Dirai che sono patetico, però con i miei pochi mezzi ho provato a darti
conforto quando ne avevi bisogno e qualche volta ci sono riuscito. Spero di
avere aiutato te almeno quanto tu lo hai fatto per me. Vorrei che tu e Renzo
mi aiutaste a rialzarmi. Lui dovrebbe capire quanto è fortunato perché può
averti. Mi ha chiesto di dimenticare. Non posso dimenticare ciò per cui ho
pianto. La vita è crudele: ti sorride e ti colpisce. Io sono stato colpito
forte.
Scusa e ciao. Davide
P.S. Ti ripeto che ti voglio bene. Scusa ancora.
Si può osservare quanto queste odierne "pene" si differenzino da quelle del passato.
Per il ragazzo rimanere nel gruppo costituisce pur sempre la
cosa più importante.
Davide accetta infatti la sconfìtta nella speranza che Renzo, il fortunato
rivale, insieme a Lory, lo aiuti a superare il suo dolore.
L'amicizia, dunque, sembra essere per lui più forte dell'amore, poiché serve a
superare persino l'innato senso di gelosia.
O non è piuttosto il timore della solitudine, così sentito oggi dai nostri ragazzi, ciò che induce Davide ad accettare il compromesso?
Come detto all'inizio, che io sappia, quello indicato è un
argomento che non è stato ancora oggetto di studio.
Una cosa nuova, dunque, da esplorare, meditare, penso, attraverso
l'interpretazione delle fresche, spontanee espressioni infantili.
Per ora c'è stato dato solo il modo di fare qualche osservazione, per tentare di
intravvedere dei barlumi nel protendersi dei ragazzi verso precise esigenze
affettive.
Scopo di questa esposizione?
Quello di indicare una strada, per approfondire appunto il tenero mondo del bambino, nel momento in cui va facendosi persona e si muove a far dono di sé, e ad accettare il dono dell'altra.