Educazione alla sessualità

Amore e corporeità
II parte

Voglio ora portare un ulteriore contributo di anatomofisiologia genitale affinché le nostre conoscenze siano più approfondite per una migliore crescita della persona.

Poco c'è da aggiungere a ciò che già sappiamo per ciò che concerne l'uomo: lo studio del perineo, che ora approfondiremo sia per la donna che per l'uomo, ci sarà utile per impostare un nuovo tipo di informazione di educazione di prevenzione o di terapia.

Sulla donna invece molto si è scritto e si scrive poiché, come già ho detto altrove prostata e otricolo prostatico, diversi sessuologi appoggiandosi all’autorità di Kinsey hanno costruito una anatomia e una fisiologia... mascolina per cui alla donna si riconosce soprattutto — e spesso soltanto! — la sensibilità clitoridea, con conseguente impostazione informativa, educativa e, ovviamente, terapeutica20.

Che questa impostazione non sia soddisfacente, almeno per la cultura mediterranea — e la prima a contestarla è stata Simone de Beauvoir, come cita lo stesso Kinsey21— lo prova il fatto che le IV Giornate Mediterranee di Sessuologia (Barcellona, settembre 1979) hanno avuto come tema L'orgasmo femminile e le sue alterazioni. In questo congresso lo studio della anatomo-fisiologia veniva affidato a me, dopo che l'avevo presentato al III Congresso Mondiale di Sessuologia Medica, e la verifica attraverso la patologia veniva affidata a G. Tordjman, allora Presidente Mondiale della Società di Sessuologia22.

Come in tutti i campi della scienza, così nella sessuologia, colui che apporta qualcosa di nuovo e di diverso da ciò che ormai è di dominio pubblico deve non solo dare il nuovo contributo ma confutare le tesi precedenti. Toccherò quindi alcuni punti, restando nella scienza (lascio a Szasz di apportare altri dati).

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1) Kinsey scrive:

Nella maggioranza delle donne le pareti della vagina sono prive di organi terminali del tatto e del tutto insensibili quando vengono leggermente strofinate o compresse. In quasi tutti gli individui l'insensibilità si estende a ogni parte della vagina... I pochi studi istologici compiuti sul tessuto vaginale confermano questi dati sperimentali, che cioè nella maggioranza dei casi le terminazioni nervose del tatto mancano nelle pareti della vagina, sebbene siano stati trovati alcuni nervi sparsi qua e là nelle pareti vaginali di qualche individuo. Questa insensibilità della vagina è stata riconosciuta dai ginecologi che regolarmente esplorano... .23

Forse gli istologi americani non hanno preso in considerazione che il ricchissimo plesso vaginale, fornito di gangli, alimenta i plessi parietali delle tuniche muscolare e mucosa della vagina24e forse... non hanno visto le espansioni libere nell'epitelio vaginale e i corpuscoli sensitivi di vario tipo nel connettivo, realtà nervose ben descritte dal Bruni, grande nostro anatomico, il quale dice anche che alla sensazione generale tattile, barica, termica, dolorifica, cenestesica (cioè di benessere o di malessere), cutanea e profonda, provvedono espansioni libere e corpuscoli nervosi e non presentano sostanziali differenze morfologiche in relazione con la loro sede nella cute o negli organi del movimento o nei visceri.

E questa insensibilità verrebbe provata dai medici... durante una visita ginecologica (ci sono state persino ricerche con stimolazione fatta volutamente!).

Quando io, ortopedico, visitando l'uomo, con il pollice premo sulla sinfisi pubica e poi sui due pubi (e la mia mano tocca obbligatoriamente il pene) mai, nemmeno una volta, c'è stato un fenomeno di erezione, anche se la visita si è prolungata per esigenze di diagnosi! Quando si finirà di vedere la donna con una mentalità offensiva?

Anche per l'uomo le varie sensazioni sono date non dai nervi erigendi, che hanno un'altra funzione (vanno agli organi erettili, non solo nell'uomo, ma anche nella donna), ma dalle espansioni libere dell'epidermide, dai corpuscoli genitali e altre espansioni corpuscolate del derma del pene25.

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2) la norma

Le idee sostenute dai sociologi di Chicago sembrano particolarmente feconde nel loro rifiuto di identificare normalità ed esistenza o, meglio, normalità e maggioranza dell'esistente.
La norma — scrive il Presidente della Domus Galileana V. Cappelletti26è in primo luogo un concetto, poi eventualmente la classe centrale di una gaussiana (cioè di una curva statistica). A definirla, nell'ambito delle discipline naturalistiche, contribuiscono l'analisi evolutiva fondata sull'ontogenesi e sulla filogenesi e l'analisi funzionale fondata sulla morfologia e la fisiologia.

E quale storico della scienza, scrive ancora V. Cappelletti27, in campo sessuologico — la perdita del livello storico sarebbe ancora più grave, se pensiamo che altre scienze umane sono già passate da un atteggiamento descrittivo a uno strutturistico. Lo storico ha il compito di quel povero gallo che le ronde si portavano appresso, a Parigi, secondo quanto riferisce un cronista del 1500. La bestiola sentiva sorgere l'alba e segnalava ai gendarmi privi di orologio... Ho il dovere di segnalare l'ora storica.

 

Con questi dati e questo avvertimento non è più possibile partire da una statistica per trarne un concetto di norma, come ancora fanno molti sessuologi di derivazione americana!, con le ovvie conseguenze nell'informazione nell'educazione nella prevenzione e nella terapia.
La sessuologia mediterranea cerca la finalità funzionale nella struttura
. E proprio la donna, con la sua particolare possibilità di orgasmo — già indicato da Freud e causa di innumerevoli pubblicazioni e controversie28— diventa campo privilegiato di studi per arrivare a comprendere il rapporto intimo.

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helen kaplan scrive29:

"Le basi neurofisiologiche e neuroanatomiche dell'orgasmo femminile non sono ancora state studiate e bisogna quindi affidarsi a deduzioni che derivano dalla osservazione di quel che accade nel maschio sotto questo aspetto".

Ammesso che si tenga realmente presente quel che accade nel maschio — eiaculazione infatti non è sinonimo di orgasmo: c'è infatti una patologia della eiaculazione e una patologia dell'orgasmo  —, una anatomofisiologia vista come simile alla maschile porta ovviamente a scrivere che anche la donna ha un pene, la clitoride, piccolo ma punta emergente dell'iceberg (Hite). Vista così, finalmente dotata dell'attributo che avrebbe invidiato all'uomo, la donna può avere orgasmi, anche a catena, per stimolazione diretta del clitoride o indiretta tramite il titillamento per esempio del monte di Venere o delle piccole labbra.

L'orgasmo così raggiunto, sia a seguito di automanipolazione che di stimolazione da parte del compagno, non muta nella dinamica nervosa e quindi le sensazioni fisiche che ne derivano sono le stesse per cui non ha senso farne una distinzione, se non psicologica, di relazione.
Il rapporto genitale vissuto col compagno in questo modo è un rapporto di scambio, io ti dò tu mi dài, che può essere anche gratificante, almeno per un breve tempo.

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Se però l'atto genitale è visto come
atto complementarela complementarità, allora deve essere rivista
tutta la nostra anatomofisioneurologia.

Come per l'uomo certamente non si considera organo copulatore la sola uretra peniena — che è il condotto per il liquido spermatico — ma tutto il complesso che l'avvolge e la sostiene così che nel caso di mancata erezione parliamo di impotenza, 

similmente per la donna non si dovrà considerare come organo copulatore il solo tubo vaginale ma tutto il complesso che l'attornia e lo sostiene, dai bulbi del vestibolo bulbi del vestibolo — i soli veri organi erettili della donna poiché quelli del clitoride sono rudimentali30— ai muscoli, come il costrittore della vagina e l'elevatore dell'ano muscoli di Kegel, al bacino.

Sono i bulbi del vestibolo che con il loro turgore trasformano la vagina da fessura in cavità cilindrica, atta ad accogliere il pene: senza la "erezione" di questi bulbi la penetrazione è infatti percepita dalla donna come dolorosa o almeno come difficoltosa.

Per questa loro precisa funzione (oltre che per l'emorragia conseguente) il ginecologo informato e attento eviterà di inciderli con episiotomia (taglio superficiale praticato durante la fase finale del parto per impedire lacerazioni vagino-anali)

Nell'uomo una accidentale lacerazione dei corpi cavernosi, superata la emorragia, porta con la sutura e il formarsi del tessuto cicatriziale a una induratio plastica del pene, con conseguente deviazione dell'organo in erezione, fenomeno visibile, noto agli andrologi. Nella donna una analoga situazione sarà rilevabile soltanto dal dolore o dall'ostacolo al rapporto, essendo i bulbi interni.

Notiamo ora, per praticità di esposizione, che posteriormente ai bulbi del vestibolo si trovano le ghiandole di Bartolino31(o ghiandole vestibolari maggiori, corrispondenti alle ghiandole bulbouretrali di Cooper nell'uomo) che ritroveremo più avanti a proposito della crisi secretiva - ghiandole che l'ostetrico eviterà pure nella episiotomia - mentre tralascio in questo lavoro le ghiandole vestibolari minori.

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Il bacino che già abbiamo visto assumere per la donna una importanza particolare per l'artrosi d'anca, deve essere studiato come apparato di sostegno degli organi genitali, sia per la donna che per l'uomo.

Mentre in condizioni ottimali il carico proveniente dalla colonna si distribuisce simmetricamente sugli arti inferiori, nel caso della rotazione sul sacro di un emibacino il carico grava particolarmente su un lato e, con l'andar del tempo, si avranno manifestazioni di dolore alle articolazioni sacro - iliache, al pube corrispondente e alla sinfisi pubica (l’articolazione fra i due pubi), manifestazioni che si ripercuoteranno nella vita sessuale soprattutto della donna.

Così un arto inferiore più corto, con un procedimento inverso al basso verso l’alto, darà analoga sintomatologia.

In campo sessuologico al bacino non si pensa. Un trauma sul coccige, frequente specie nei giovani di entrambi i sessi, oltre a dare dolori nella zona limitrofa (coccigodinia) può evolvere in artrosi con conseguenze particolarmente significative a livello sessuologico nella donna, specie dopo un parto. E ancora: la prostata32la prostata, che è posta in una loggia dietro la sinfisi pubica ed è unita ai pubi dai legamenti puboprostatici, nel caso di un trauma che porti alla emirotazione del bacino può col tempo risentirne.

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Sul bacino si inserisce il perineo, cioè la muscolatura che — come un pavimento — sostiene gli organi pelvici grazie alle sue fascie e ai suoi muscoli striati.

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