Educazione alla sessualità - articoli

Tenere conto delle differenze tra i sessi nel processo educativo

Un medico e psicologo spiega perché le differenze sono così radicate

Perché le differenze sono così radicate

Differenze nel vedere

I sentimenti

Diverse modalità di apprendimento

Nota: e se si sceglie la complementarità?

Per approfondire: embriologia e differenze; lo sviluppo dalla nascita alla maturità sessuale

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NEW YORK, sabato, 17 settembre 2005 (ZENIT.org).

Tra i maschi e le femmine esistono delle nette differenze fisiche e psicologiche e pertanto la loro educazione dovrebbe essere affrontata in modo diversificato. Questa è la tesi di un libro pubblicato qualche mese fa dal dr. Leonard Sax, psicologo e medico di famiglia.

Nel libro Why Gender Matters (L’importanza della differenza sessuale), ed. Random House, egli prende spunto dalla tendenza moderna di considerare ininfluenti le differenze sessuali nell’educazione dei bambini. Secondo questa teoria, i maschi e le femmine si comporterebbero in modo diverso a causa del diverso modo in cui sarebbero stati educati, o a causa dei fattori culturali. Sax racconta di come nella metà degli anni ’90 aveva iniziato a ricevere un numero sempre maggiore di ragazzi nel suo ufficio per una presunta carenza nella loro capacità di concentrazione.

Il vero problema, ha poi scoperto Sax, era che gli alunni della seconda e terza elementare avevano degli insegnanti incapaci di comprendere le differenze di apprendimento tra maschi e femmine. Inizialmente, spiega l’autore, l’udito delle femmine è più sviluppato di quello dei maschi. Pertanto il tono di voce usato da un’insegnante donna può andare bene per le femmine, ma non attira l’attenzione dei maschi.

Questo dato ha scatenato l’interesse dell’autore sul tema della diversità tra maschi e femmine, fondata sulle rispettive differenze sessuali. La sua ricerca dimostra che le differenze comportamentali non sono solo prodotto di fattori culturali. Una ricerca svolta su pazienti maschi e femmine che avevano subito un ictus ischemico rivela che negli uomini, gli emisferi sinistro e desto del cervello sono fortemente compartimentalizzati, e che il primo è dedicato alle capacità di linguaggio, mentre il secondo alle funzioni inerenti lo spazio. Questa divisione non esiste invece nella donna, la quale utilizza entrambi gli emisferi del cervello per elaborare il linguaggio

Da un’analisi del tessuto cerebrale umano risulta poi una differenza nella composizione a livello delle proteine. Questa differenza non è dovuta ai mutamenti ormonali che avvengono durante la pubertà, ma è qualcosa di innato e presente persino nei bambini.

Sax osserva inoltre che le ragazze e le donne sono generalmente in grado di interpretare le espressioni del volto meglio dei ragazzi e degli uomini. A tale riguardo egli cita uno studio svolto dall’Università di Cambridge, che dimostra che anche i neonati presentano differenze nel modo in cui prestano attenzione agli oggetti. Le femmine sono più interessate ai volti delle persone, mentre i maschi preferiscono gli oggetti in movimento.

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Differenze nel vedere

Risultano poi notevoli differenze tra maschi e femmine anche nei processi che intervengono tra la formazione dell’immagine sulla retina e la sua elaborazione nel cervello. Questo spiega perché le femmine sono più sensibili alle differenze cromatiche e di sostanza degli oggetti, mentre i maschi discernono con maggiore facilità la loro posizione, direzione e velocità.

Questa differenza si riflette anche sulla scelta dei giocattoli dei bambini - bambole per le femmine e automobili per i maschi - e sui tipi di disegni che elaborano, in cui le femmine usano più colori e figure umane.

Tutto questo comporta delle conseguenze anche nell’ambito scolastico, spiega Sax. Dato che la maggior parte degli insegnanti della scuola materna sono donne, esse tendono ad incoraggiare i bambini a disegnare figure umane e ad usare molti colori. Questo può portare ad uno scoraggiamento tra i maschi, il cui diverso modo di disegnare non viene apprezzato dall’insegnante, la quale è indotta solitamente a concludere che “l’arte è più adatta alle femmine”.

Le differenze tra maschi e femmine sono evidenti anche nel modo in cui essi si orientano. Gli uomini sono più portati ad usare concetti astratti come nord e sud e a riferirsi alle distanze. Le donne invece preferiscono usare punti di riferimento visibili. I neuroscienziati hanno dimostrato, osserva Sax, che anche all’età di 5 anni il cervello maschile usa una parte diversa del cervello per orientarsi, l’ippocampo, rispetto a quello femminile che invece ricorre alla corteccia cerebrale.

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I sentimenti

Notevoli differenze esistono anche nel modo in cui vengono gestiti i sentimenti. I bambini normalmente non sono in grado di analizzare le loro emozioni, perché quest’area del cervello non è ancora sviluppata. Nell’adolescenza, invece le emozioni iniziano ad essere oggetto dell’attività della corteccia cerebrale, la parte del cervello associata alle più alte funzioni cognitive.

Ma questo cambiamento risulta molto più marcato nel cervello delle ragazze rispetto a quello dei ragazzi. Pertanto, quando a scuola l’insegnante richiede agli alunni adolescenti di scrivere o parlare delle proprie emozioni, i maschi si trovano in una situazione di svantaggio.

Un’altra area che presenta spiccate differenze tra maschi e femmine riguarda la volontà di esporsi ai rischi. La maggior parte dei ragazzi gode del fattore rischio e rimane ammirato dagli altri ragazzi che fanno cose rischiose. Lo stesso non avviene per le ragazze, le quali sono generalmente meno propense a mettersi in situazioni rischiose per il solo gusto di farlo. I ragazzi sono poi anche più propensi a disobbedire ai genitori quando gli viene detto di non fare una certa cosa rischiosa.

Sax spiega che mentre i ragazzi si divertono a fare cose rischiose, sovrastimando sistematicamente le proprie abilità, le ragazze sono più propense a sottostimare quelle proprie. Alcuni ricercatori dell’Università di Boston hanno osservato, ad esempio, che quasi tutte le vittime morte per annegamento sono maschili. Questo è dovuto, secondo loro, soprattutto al fatto che i maschi regolarmente sovrastimano le proprie capacità di nuoto

I ragazzi poi sono anche maggiormente attratti dalla violenza e dal conflitto rispetto alle ragazze, e questo si riflette anche nelle preferenze relative alla lettura. E nei loro rapporti interpersonali i ragazzi sono notevolmente più propensi a lottare tra loro e a rispondere in modo aggressivo, rispetto alle ragazze.

Anche le amicizie vengono portate avanti in modo diverso. Le ragazze tendono ad organizzare le loro amicizie sulla possibilità di trascorrere del tempo insieme per parlare e andare in giro. Le amicizie tra i ragazzi, invece, ruotano attorno ad interessi comuni nei giochi e nelle attività, e la conversazione e la condivisione dei segreti non rivestono una grande importanza.

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Lo sviluppo cerebrale

Anche le modalità di apprendimento variano notevolmente a seconda dei sessi. Le ragazze, spiega Sax, sono portate naturalmente a cercare l’aiuto dell’insegnante, a seguire le sue istruzioni e a fare i compiti. I ragazzi, al contrario, ricorrono all’aiuto dell’insegnante solo come ultima istanza e sono meno propensi a studiare se trovano la materia poco interessante.

Quando si tratta di motivare gli studenti, i maschi rispondono meglio allo stress derivante dal confronto o a compiti vincolati dal tempo; un approccio che non produce risultati positivi con le femmine.

L’autore è comunque molto attento a sottolineare che ogni bambino rappresenta un caso a sé e che non tutti i ragazzi o ragazze si comportano allo stesso modo. Allo stesso tempo egli scrive che questo non deve farci dimenticare che la differenza sessuale è uno dei due grandi principi ordinatori dello sviluppo dei bambini, essendo l’altro rappresentato dall’età.

Il cervello delle femmine e quello dei maschi si differenziano tra loro in modo sostanziale anche nel ritmo di sviluppo. Le diverse regioni del cervello si sviluppano secondo sequenze diverse tra i due sessi. Pertanto, piuttosto che dire che i maschi si sviluppano più lentamente delle femmine, sarebbe più corretto affermare che essi si sviluppano secondo ritmi diversi. Ad esempio, le capacità linguistiche si sviluppano prima nelle femmine, ma i maschi maturano più in fretta la memoria relativa allo spazio.

In effetti, sostiene Sax, queste differenze nelle capacità cerebrali tra i sessi sono maggiori e più importanti durante l’infanzia e l’adolescenza, rispetto alle differenze tra gli adulti, in cui sia gli uomini che le donne hanno raggiunto la piena maturità.

Una differenza, questa, che secondo l’autore dovrebbe essere tenuta in debito conto dagli educatori e utilizzata in modo positivo. Non basta ad esempio limitarsi a tentare di trattenere i ragazzi dai giochi pericolosi o dalle lotte tra loro. La soluzione non è quella di eliminare l’aggressività dei maschi, ma di trasformarla attraverso alternative costruttive.

E quando si tratta dell’attività didattica, anziché prescrivere farmaci ai ragazzi per curare le loro carenze di concentrazione, potrebbe essere più proficuo separarli*dalle ragazze per utilizzare metodi di insegnamento adeguati a ciascun sesso. In altre parole: lasciate che i maschi facciano i maschi.

da: Zenit org, 17 settembre 2005, 
Codice: ZIA05091704 

Home page: http://www.zenit.org

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* Se si sceglie la complementarità questa separazione non solo non ha senso ma è controproducente.

Se è infatti estremamente difficile utilizzare metodi di insegnamento adeguati a ciascun sesso, ancora più difficile risulta poter proporre un qualche concetto di complementarità e di pari dignità - non sto parlando di eguaglianza ma di dignità - se vengono separati. 
Non solo: anche le informazioni (in quanto oggetto e senso del discorso) diverrebbero logicamente e in qualche modo "naturalmente" diverse.

Mi è capitato - nell'ambito della consulenza - di incontrare prima una sola persona e poi la coppia: quanto è stato difficile ricostruire - presenti entrambi! - l'incontro precedente: e se, avutone ovviamente il consenso, è stato difficile sintetizzare in modo non solo comprensibile ma completo quanto mi è stato comunicato precedentemente, è stato per me particolarmente difficile esplicitare quello che personalmente ho potuto rilevare e quali pensieri ne sono scaturiti nella mia qualità di consulente: pensieri che poi incidono proprio nella realtà professionale della consulenza.

Se questo può essere fatto per una scelta, personale e professionale, di certo non può essere richiesto - né tantomeno preteso! - in una attività quotidiana, prefissata e preordinata anche negli spazi di tempo e luogo, all'interno di programmi predefiniti e situazioni quotidiane indefinite.

Pertanto, se molto mi è piaciuto l'articolo perché solleva interrogativi interessanti, me ne discosto totalmente su questo punto.

A ciascuno di scegliere, con la maggiore consapevolezza possibile, proprio in quanto siamo "divenire umani". Con la dignità propria, le scelte e la responsabilità proprie del divenire umani.

I.L.

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